Hollywood’s Inferno. Inauguration of the Pleasure Dome di Kenneth Anger
Ispirato alle cerimonie magico-orgiastiche della religione di Thélema fondata dal satanista Aleister Crowley, Inauguration of the Pleasure Dome (1954-1980) di Kenneth Anger è divenuto, negli anni, un cult del cinema underground, anche grazie alle curiosità macabre circolate sul suo conto e alle decine di differenti versioni in cui è stato distribuito. Girato nel 1954 a pochi passi dal cimitero di Hollywood Forever nella villa dell’attore Samson DeBrier che all’epoca vi officiava realmente cerimonie thelemiche, Inauguration of the Pleasure Dome presenta un viaggio negli stati alterati di coscienza subiti dai suoi ospiti – attori e attrici abbigliati come dèi mitologici – durante un rituale celebrato per mezzo di un'eucaristia occulta. Presentato per la prima volta nel 1958 nel contesto dell’Esposizione Universale di Bruxelles in una sgargiante versione expanded su tre schermi, nel 1966 il film viene ricondotto da Anger a una versione mono-schermo in 4:3 data della stampa in sovraimpressione su un'unica pellicola delle tre precedenti. In questa seconda versione vengono anche inseriti – all’acme dell’orgia – alcuni footage dal film Dante’s Inferno (La nave di Satana, H. Lachman, 1935) e del suo precedente Puce Moment (K. Anger, 1949) che conferiscono al film una componente meta-riflessiva che la prima versione, decisamente più attrattiva, non aveva. Attraverso l’analisi delle differenti versioni «ufficiali» (1958, 1966, 1978, 1980) il contributo si propone di mettere in luce non solo le evidenti citazioni, ma anche i motivi e le suggestioni dantesche che costellano questo leggendario film-palinsesto dedicato alla Hollywood più peccaminosa – un tema sul quale Anger rifletterà poi anche nei suoi libri fotografici dedicati alla «vita d’inferno» delle star (Anger, 1975; Anger, 1984).
Jennifer Malvezzi è ricercatrice presso l’Università di Parma dove insegna Estetica dei Nuovi Media e coordina il Corso di Alta Formazione in Cinema Documentario e Sperimentale promosso dall’Ateneo con la Fondazione Cineteca di Bologna. È curatrice con l'Archivio Home Movies di “Art&Experimental Film”, un progetto dedicato al restauro e alla valorizzazione del cinema sperimentale e d’artista ed è membro della redazione della rivista scientifica “Cinergie. Il Cinema e le altre Arti” (Mimesis). Le sue ricerche si muovono tra gli studi di cultura visuale e l’archeologia dei media concentrandosi prevalentemente sulle forme audiovisive sperimentali e multimediali e sulla critica cinematografica. Su questi argomenti ha scritto vari contributi che sono apparsi su riviste scientifiche nazionali e internazionali e in volumi collettivi, nonché ha co-curato alcune mostre, rassegne e programmi cinematografici. È autrice della monografia Remedi-Action. Dieci anni di videoteatro italiano (Postmedia Books, 2015).